La famiglia Vaccalluzzo, famosa a livello internazionale, sin dalla fine dell’800 ha creato una vera e propria cultura del fuoco dando vita all’arte pirotecnica siciliana nel mondo. Ogni evento è un vero spettacolo teatrale dove niente è lasciato al caso, tutto viene accuratamente studiato, progettato, ideato e curato nei minimi particolari. È doveroso ricordare che il simbolo della pirotecnia mondiale, vanto per la città etnea, non è “solo” La Festa di S. Agata.
I Vaccalluzzo sono stati incoronati, per ben due anni consecutivi, come i migliori al mondo nel loro settore. Nel 2005 a Roma durante “Il Caput Lucis” ovvero il Campionato d’Arte Piromusicale e nel 2006 in Spagna a Tarragona vincono la Coppa Campioni dei Campioni.
A Berlino durante i Symposium Internazionale partecipano come ospiti d’onore distinguendosi tra le squadre più importanti del mondo, per aver accostato la musica dei violini dal vivo ai fuochi d’artificio, offrendo al pubblico uno spettacolo indimenticabile per ricercatezza ed eleganza. Una delle caratteristiche del team Vaccalluzzo è la capacità di rinnovarsi e saper unire la tradizione siciliana e l’alta tecnologia diventando un modello da seguire e un vero emblema della sicilianità nel mondo.
Nel 2007 si aggiudicano il 1° posto in Francia al Festival Internazionale di Courchevel. Vincono nel 2010 il Festival Internazionale dei fuochi d’artificio di Aci Bonaccorsi a Catania, mentre nel 2011 si aggiudicano il 1° trofeo internazionale di Arte Pirotecnica presso Sicilia Fashion Village di Agira ad Enna. Dal 1982 a tutt’oggi curano la direzione artistica degli spettacoli pirotecnici e piromusicali delle festività agatine. Dagli anni ottanta in poi ricevono numerosi inviti d’onore fuori gara a vari Festival pirotecnici internazionali e curano l’immagine di vari eventi sportivi, cinematografici, teatrali, musicali a livello mondiale.
L’arte pirotecnica è uno spettacolo che, durante i vari periodi storici, si presta ad infinite sfumature letterarie creando in uno speciale palco, il cielo, un vero incanto tra suoni, luci e colori, facendo cogliere di ogni sfumatura la vera emozione dell’istante.
Gli spettacoli piromusicali, spettacoli di fuoco e musica, insieme al laser sono la vostra ultima arma vincente. Le vostre tecniche sono sempre in continua evoluzione. Qual è il vostro miglior spettacolo creato sino ad ora?
“C’è l’imbarazzo della scelta. Se proprio devo scegliere, forse, uno degli spettacoli più belli è quello svolto a Tarragona dove abbiamo vinto La Coppa dei Campioni tra le più grandi aziende a livello mondiale. Anche lo spettacolo del 2005 a Roma, Il Caput Lucis, è stato uno spettacolo degno di lode, non solo, perché esso è stato, per il nostro marchio, una vera consacrazione. L’artigianato che facciamo in azienda, giorno per giorno, è segno di soddisfazione. Gli spettacoli realizzati sono tanti ma, per me, ancora il meglio deve arrivare. S. Agata 2011 ha riscosso un successo come mai prima. La mia testardaggine ha fatto in modo che gli spettacoli piromusicali fossero abbinati alla festa di S. Agata. Abbiamo incontrato qualche riserva prima che il cerimoniere, L. Maina, ci desse il suo benestare. Nel momento in cui ho preso in mano lo spettacolo ho voluto creare un certo tipo d’eleganza togliendo dalla scena dei fuochi le bancarelle, facendo diventare la piazza un salotto. Inoltre, abbiamo fatto gli spettacoli abbinando ai fuochi le voci di un soprano dal vivo o il suono dei violinisti. Abbiamo abbinato la tecnologia più sofisticata ai fuochi. Quando mio padre, il mio maestro, si occupava della festa utilizzava una tecnica diversa con un’ artigianato più semplice e meno creativo rispetto ad ora, ma tutto è iniziato da lì”.
Costruire i fuochi d’artificio è un’arte trasmessa dal padre Salvatore. Costruite ancora, quando è possibile, artigianalmente i vostri prodotti, siete gli unici al mondo a mantenere in grande stile tradizione e tecnologia. Come fate a fare tutto ciò senza lasciarvi trascinare dalle scorciatoie più facili?
“L’emozione di creare qualcosa di nuovo, di fare il tutto in una certa maniera, dà tanta soddisfazione e cedere a compromessi non fa parte del nostro stile, perché non c’interessa, non ci sembra giusto e, soprattutto, perché non dà emozione. La ricerca e la sperimentazione sono fondamentali, perché non si va avanti nello sviluppo e nell’ evoluzione dell’ arte pirotecnica. Sono convinto che nello studio e nell’evoluzione non c’è mai un fine. Si trova sempre qualcosa di nuovo nella costruzione del prodotto pirotecnico, non bisogna fermarsi mai, perché solo così si va avanti. Il nostro settore è molto complicato, perché ci sono delle leggi che si basano ancora sul Regio Decreto. Il rischio nel fare il nostro lavoro è tanto, soprattutto, perché si ha sempre la voglia di fare qualcosa in più. Abbiamo ancora molto da imparare, non ci sentiamo arrivati. Sto già pensando a tante nuove sorprese. L’importante è non fermarsi mai”.
Che caratteristiche deve avere un vostro collaboratore per far parte della squadra Vaccalluzzo?
“Il collaboratore deve avere un attestato come pirotecnico rilasciato da una commissione ministeriale. Chi ottiene l’attestato, non diventa subito un bravo maestro; infatti ha ancora molto da imparare e studiare, perché si diventa bravi con la pratica. Io ho imparato molto da mio zio e da mio padre. Ricordo lo stupore e la soddisfazione di mio padre quando abbiamo adoperato le prime innovazioni tecnologiche per S. Agata. Noi abbiamo carpito tutto quello che potevamo da mio padre e mio zio e siamo riusciti a dare un nuovo aspetto alla spettacolarità dei fuochi. È giusto non dimenticare che noi siamo nati da lì”.
Sono stati organizzati concorsi a livello internazionale in Sicilia. La provincia di Catania è leader nel mondo per la produzione di fuochi d’artificio di qualità per la realizzazione di spettacoli pirotecnici. Com’è nata l’idea e la voglia di creare un concorso pirotecnico? Parliamo dell’evento creato nello scenario di Etnapolis?
“All’inizio del primo anno dell’anniversario di Etnapolis si è scelto di festeggiare l’evento con i nostri fuochi d’artificio. Abbiamo cercato di fare qualcosa di elegante aggiungendo dei brani musicali, per far capire che anche all’interno di un centro commerciale è possibile creare dei fuochi eleganti senza incorrere ad alcun pericolo. Con il direttore di Etnapolis abbiamo creduto al progetto. È stato un successo enorme; infatti l’ultima sera sono state chiuse le strade, una folla di persone incommensurabile. Da quel successo pensavo che ci sarebbe stato un seguito ed invece hanno preferito fermare tutto. Quando si parla di fuochi la gente accorre in massa. I fuochi hanno la capacità di richiamare chiunque di qualunque classe sociale e livello culturale. E quello che si può realizzare con i fuochi d’artificio è immenso, la fantasia non ha limiti. È giusto far diventare la pirotecnia come una vera arte teatrale. È importante essere consapevoli che qualunque cosa si fa non la si deve fare mai per un semplice guadagno, perché non si può pensare di avere successo o di essere appagati se si pensa o si crea con dei limiti. Si deve essere, secondo me, sempre cinque passi avanti rispetto agli altri. Se andiamo all’estero, siamo osannati e siamo i primi ad essere premiati e amati, qui siamo ricordati solo per la festa di S. Agata. Siamo anche la festa di S. Agata, ma non solo questo”.
La vostra arte ha conquistato il mondo del cinema, dello sport siete i più famosi nel mondo ed anche i colossi asiatici hanno chiesto il vostro aiuto, la vostra collaborazione. Ricordiamo i vostri rapporti con la Cina?
“Noi abbiamo collaborato con la Cina, per gli avvenimenti mondiali sportivi di Pechino. Si è creato uno scambio di tecnologia, abbiamo prestato la nostra tecnologia e le nostre idee all’industria cinese. Rivedendo il video, però, alcune cose sarebbero da rifare. I cinesi come azienda sono intoccabili, ma come progettazione hanno delle mancanze. Se avessimo fatto tutto noi sarebbe stato un lavoro impeccabile, ma non lamentiamoci è andata bene lo stesso”.
Il binomio fratelli Vaccalluzzo – Festa di S. Agata è imprescindibile. È da poco trascorso il consueto appuntamento del 17 agosto, l’incontro estivo con la Santuzza. Ci può spiegare la differenza tra i colori dei festeggiamenti estivi e quelli invernali?
“In inverno si utilizzano i colori che hanno una lentezza diversa nello sciogliersi e si utilizzano delle miscele particolari rispetto all’estate. Non cambia molto la composizione del colore, cambia solo l’utilizzo rispetto alla stagione che si vive. Oggi rispetto al passato c’è la ricerca dei prodotti che permettono, sia in estate che in inverno, di avere qualsiasi tipo di colore. Prima c’era il problema dell’umidità che ossidava i colori e si doveva stare attenti a quale tipo utilizzare, ma la tecnologia ha permesso l’evolversi dell’utilizzo dei materiali e dei colori, dando la possibilità di poter creare qualunque colore in qualsiasi momento”.
Il ricordo più bello della Festa di S. Agata?
“Sicuramente l’immagine di S. Agata proiettata su uno schermo ad acqua. La cosa che da catanese mi ha emozionato di più e mi ha dato un certo brivido, quando ho visto tale spettacolo di bellezza e purezza”.